lunedì 25 aprile 2011

25 aprile 2011. La memoria non si cancella

" La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare". (Piero Calamandrei)



Mi guardo intorno in modo frenetico cercando di capire cosa sia il senso della liberazione, cosa voglia dire liberarsi, ma soprattutto da chi. Oggi appare tutto appannato dinanzi agli occhi, perchè sono tanti, o meglio troppi, i proclami di libertà. La si invoca nel nostro paese per le cose più assurde, ci si scaglia contro lo straniero che ci invade, si rilancia l'indipendenza dall'Europa voluta unita, ci si libera dall'amore verso il prossimo, dall'essere a servizio del prossimo, chiediamo noi stessi di liberarci dagli italiani. Eppure dimentichiamo il percorso storico che ci ha portato a liberarci del nazismo infame e del fascismo traditore. Occorre oggi più che mai rileggere le pagine della nostra storia per non commettere gli stessi errori, per non ricadere in vili giochi di potere, per tornare ad esser liberi di volare.Il fascismo quotidiano non è più nascosto, esce allo scoperto giorno dopo giorno non limitandosi più alle Casapound di turno, o ai movimenti nostagici del fascio littoreo. Oggi il fascista è tornato al parlamento; si è tornato a parlare di fascismo in parlamento, dopo che la costituzione lo vieta, la bibbia del popolo laico di uno stato libero e democratico fondato sulle idee e sui pensieri della gente comune lo vieta. I tempi tornano bui, si propongono modifiche della costituzione, abolizioni del reato di fascismo, riforme che lasciano impuniti i criminali e annientano chi non arriva alla fine del mese. Oggi 25 aprile, torniamo a liberarci degli errori del passato, troppi sono caduti a causa di chi negli ultimi giorni ha infangato la nobile storia dei partigiani. L'anima del popolo resta unita, e con le mani l'una dell'altri, bisogna lottare e non restare inermi, per rialzare la testa e risorgere, ancora.


« Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione.» (Piero Calamandrei, Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza. Milano, 26 gennaio 1955)



"..è questo il fiore del partigiano 
morto per la libertà..."

Emanuele Repola

Nessun commento:

Posta un commento