lunedì 9 maggio 2011

9 maggio 1978/2011. Il coraggio di ribellarsi



Uno, due, tre... 
Oggi sono passati esattamente trentatre giorni da quel maledetto 9 maggio 1978, la notte più buia dello stato italiano. Da un lato l'assassinio di Aldo Moro, per mano terroristica delle BR e per volontà di figure ancora oscure ma fin troppo note, che non potevano accettare le idee di un uomo che ebbe il coreaggio di ribelllarsi alle linee guida partitiche, e che intendeva riunire le frange estreme del PCI e dell'MSI per guidare insieme un paese. 
Quattro, cinque, dieci...
Aldo Moro, capace di avvicinare Berlinguer e Almirante, fu ammazzato dai brigatisti lo stesso giorno di un giovane siciliano di Cinisi, Peppino Impastato. Anche Peppino ebbe il coraggio di ribellarsi come Moro, e la sua rivolta muoveva contro la mafia. Peppino fu come quell'uomo di piazza che dieci anni dopo fermò i carrarmati in piazza Tien an Men, solo e in un piccolo paese siciliano, Peppino si parò davanti a quella montagna di merda che è la mafia. Con in coraggio di ribellarsi al vile silenzio dell'omertà, Peppino con la sua radio diffondeva la voce di chi voleva estirpare il cancro mafioso da un paese, quale l'Italia, in cui le mafie, che si chiamino camorra, 'ndrangheta, Stato, sono fin troppo radicate nelle nostre radici. Peppino venne ammazzato dagli uomini di Tano Badalamenti la notte tra l'8 e il 9 maggio del '78, a Cinisi tutti sapevano ma nessuno parlò. Cento passi!
Non lasciamo che il silenzio ci lasci morire in agonia a causa delle mafie, bisogna trovare il coraggio di ribellarsi, come Peppino, come Moro, come Giancarlo Siani, come Falcone e Borsellino, come tutti i magistrati che giorno dopo giorno portano avanti la lotta alle mafie nonostante un organo fondamentale come la Presidenza del Consiglio tenti di deleggittimarli. Troviamo il coraggio di parlare e diffondere la voce che la lotta alle mafie si può e deve partire dalle nostre coscienze, senza timore di ribellarsi, senza aspettare chi faccia il primo passo. Non lasciamo che la morte di Peppino si vana. Se amiamo la vita, anche solo un minimo, amiamo la lotta alla mafia.

Emanuele Repola

"E venne da noi un adolescente
dagli occhi trasparenti
e dalle labra carnose,
alla nostra giovinezza
consunta nel paese e nei bordelli.
Non disse una sola parola
nè fece gesto alcuno:
questo suo silenzio
e questa sua immobilità
hanno aperto una ferita mortale
nella nostra consunta giovinezza.
Nessuno ci vendicherà:
la nostra pena non ha testimoni". (G. Impastato)

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