venerdì 23 settembre 2011

Questa è ancora Fortapasc


C'è un luogo della memoria che ancora oggi resta muto, si chiama Giancarlo Siani e porta la firma degli agguati di camorra, altra montagna di merda che riempie il nostro paese. 
Giancarlo, giornalista e ragazzo cresciuto con il sogno di fare la sua parte in questo mondo, denunciando i crimini e lo sporco che in quegli anni riempiva le strade di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, è oggi un solo numero incasellato nell'elenco dei tanti martiri/eroi che lo stato ha dimenticato abbandonandoli al loro destino. Lasciando che il sole si eclissasse alle loro spalle senza troppi complimenti. Per determinare i mandanti di Siani sono stati necessari 12 anni e 3 pentiti, e dal 1985, quando venne ammazzato nella sua auto, solo nel 1997 la seconda corte d'assise di Napoli condanna Lorenzo e Angelo Nuvoletta e Luigi Baccante nonché gli esecutori Ciro Cappuccio e Armando Del Core. La Cassazione ha dato sentenza nel 2003.
Qualche scuola, un paio film, targhe ricordo, e lo Stato crede di aver fatto il proprio dovere mentre i clan che continuano a gestire i traffici di droga, rifiuti e ogni ciclo economico della Terra InFelix campana. Sistematicamente merda entrambi. Questa è ancora Fortapasc. 
La società di oggi necessita una rifondazione totale, a partire dalla memoria di chi è stato abbandonato, come Giancarlo Siani, ragazzo, giornalista giornalista.

Emanuele Repola

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